venerdì 30 maggio 2008

La Costituzione della Repubblica - Parte 8

Nella nostra COSTITUZIONE

i “principi” risultano capisaldi ancora insuperati

E’ opinione generale che i principi della nostra COSTITUZIONE possano essere condivisi da conservatori e da riformisti. Sembra un dato acquisito.

Bisogna entrare in una fase storica dove bisogna dare priorità all’azione. Pensare, discutere e fare. Non parlare, parlare, promettere, promettere e non decidere. La POLITICA deve essere pensiero ed azione e gli ordinamenti vanno adeguati.

Bisogna “fare” perché la LIBERTA’ dei Cittadini sia reale.

Bisogna “fare” perché la GIUSTIZIA sia concreta per tutti.

SI SONO CREATE CASTE.

SI SONO RICREATI PRIILEGI ROBUSTI

Si è eliminata la professionalità, si è irriso al merito, si è dimenticato l’impegno, si è eclissata la giustizia………

OCCORRE UN NUOVO PATTO

Occorrono regole che eliminino gli squilibri, che eliminino i privilegi, che tutelino tutti i Cittadini ed i pubblici dipendenti debbono imparare ad essere “imparziali” verso tutti i Cittadini.

Non è di sicuro un’impresa facile, per il nostro Paese. Bisogna cominciare a consegnare il potere alle persone giuste. Occorrono le persone giuste al posto giusto.

La nostra COSTITUZIONE è nata in un periodo difficile della nostra storia ma è nata in periodo in cui si capiva che cosa significassero DIRITTI e DOVERI. Oggi bisogna rinverdire quel clima.

Siamo convinti che un Paese di uguali, senza colori non sia giusto, ma il bianco deve essere bianco, il nero nero, il rosso rosso, il verde verde ….. e vanno composti in modo equilibrato.

Continuare a dire che tutto va bene, quando non va bene niente è l’anticamera di una pazzia che rischia di diventare collettiva o premessa di probabili “gulag”.

Meno parole, meno leggi, più buonsenso.

Nel momento in cui ci si appresta a ricordare i 60 della nostra COSTITUZIONE repubblicana esprimiamo la convinzione che tutto si possa rimettere apposto. Esistono tutte le premesse per ritornare un PAESE all’avanguardia che può tornare competitivo con gli altri per uno sviluppo generale.

2 giugno 2008 Ulisse

La Costituzione della Repubblica - Parte 7

LAICI e COMUNISTI

I LAICI all’interno del pluralismo politico, si possono paragonare ai sali nelle pietanze. La loro caratteristica è quella di applicare “cerniere” per tenere unito il Paese in modo equilibrato. TOGLIATTI portava avanti una politica che, collocasse l’ITALIA in una posizione neutralista. Era il massimo che poteva raggiungere, data la situazione storica. A tal fine cercava il massimo di alleanza col mondo cattolico. Ne è un esempio anche la votazione dell’art. 7 della Costituzione che recepisce, pari pari, i patti lateranensi del 1929.

“TOGLIATTI era tornato in Italia, nel 1944, con il preciso intento di cercare l’accordo col Vaticano. Lì per lì, accettò perfino la MONARCHIA. Ma poi gli fu chiaro che la monarchia non poteva rimanere dopo la RESISTENZA.

Il VATICANO invece sarebbe rimasto. Si era rafforzato perché aveva rappresentato un elemento distinto dal fascismo e rappresentava un elemento diverso dalla resistenza. Tutti coloro che non volevano la resistenza come elemento di rinnovamento, guardavano al Vaticano come forza di conservazione. E questo benché alle lotte partigiane avessero partecipato preti. TOGLIATTI vedeva, da una parte la Resistenza come una spinta che valorizzava il PCI e il Vaticano come la forza moderata con cui raggiungere l’accordo. Perciò preferiva De Gasperi a Parri e al Pd’A.

Forse non sapeva che De Gasperi non poteva impegnare il Vaticano più di tanto.

E De Gasperi, poi, pur se cattolico, voleva rafforzare lo STATO”.

Leo VALIANI

“La tradizione dei partiti operai italiani (socialisti e comunisti) era quella dell’opposizione di classe che vince se ha di fronte uno Stato debole. Il successo del fascismo, in campo sociale, aveva smentito quella previsione ma la caduta del fascismo fu giudicata, ribellione delle masse e uno STATO che era ritornato debole, perdendo la guerra.

Nella concezione classista è desiderabile che lo STATO sia debole finchè non viene conquistato dal proletariato. Nel “45 ciò era già anacronistico, ma socialisti e comunisti non ne erano ancora convinti. Facevano ancora una netta distinzione fra democrazia liberale e democrazia operaia. Non erano ancora convinti che questo schema era reso impossibile da due elementi: uno, l’evoluzione totalitaria dell’Unione Sovietica, due, la presenza Americana nell’Europa occidentale. Forse TOGLIATTI lo capiva, ma non ne trasse le necessarie conseguenze. Il Suo partito e la parte dei Socialisti favorevoli al patto di unità d’azione col PCI non lo capivano. Viceversa l’avevano ben capito LA MALFA e SARAGAT”.

Leo VALIANI

E successivamente, la Politica dei redditi di LA MALFA fu respinta, la politica di una rigorosa programmazione fu sostituita dall’arrembaggio allo STATO, ad uno STATO sempre più debole. E CRAXI, con i nuovi patti, di sicuro non ha rafforzato lo STATO.

Ed i partiti di sinistra con la loro politica di regalie e di lassismo hanno rafforzato lo STATO? Chi rafforzerà, ora lo STATO?

Si è giocato al potere per il potere, non al potere per RIFORMARE il PAESE. E qui ritorna CALAMANDREI: “La Costituzione della R.I. si può considerare un compromesso fra una rivoluzione promessa e una rivoluzione mancata”.

Non abbiamo ancora né LIBERTA’ vera né GIUSTIZIA vera. Ma ASSIEME si potrà rimediare.

30 maggio 2008 Ulisse

lunedì 26 maggio 2008

La Costituzione della Repubblica - Parte 6

La Costituente: laici e cattolici


Nel 1946, al referendum su “Repubblica o Monarchia?”, De Gasperi scelse di sostenere la Repubblica al posto della Monarchia e la sua accettazione fu decisiva.
Quando vide che la maggioranza dei militanti che avevano partecipato alla resistenza erano su posizioni repubblicane, De Gasperi fece proprie le posizioni repubblicane. Fu un atto di coraggio perché la Chiesa e la maggior parte dell’elettorato cattolico erano per la monarchia. De Gasperi, cioè fu un conservatore che sapeva anche essere riformatore. Però la Sua filosofia di fondo contemplava la salvaguardia del sistema sociale esistente con graduali riforme per migliorarlo. Per questo non può essergli fatto nessun appunto come non si poteva farlo a Nenni per essere socialista quando non si potevano fare riforme socialiste. De Gasperi era dotato di grande chiaroveggenza, accettava persino i Comunisti al governo perché contava di acquisirli al Suo disegno di ricostruzione e La Malfa, dal momento che non era riuscito a convincere Nenni a staccarsi dai Comunisti, non poteva fare altro che cercare di convincere De Gasperi a fare il massimo di riforme da questi accettabili. La forza di De Gasperi era di poter puntare sull’egemonia del proprio partito. Poi De Gasperi accolse alcune delle riforme richieste da La Malfa, non tutte, ma quelle riforme che che gli servivano per utilizzare e rendere più elastico il sistema italiano. La riforma che De Gasperi accettò da La Malfa fu la liberalizzazione degli scambi, cioè la rottura con il passato protezionistico dell’Italia e l’inserimento dell’Italia nell’economia aperta occidentale. Questa politica di La Malfa si sommò alla politica monetaria di Einaudi anche se La Malfa preferiva una politica della programmazione. L’altra riforma che De Gasperi accettò fu la riforma agraria che era un portato del mondo cattolico. Fra i cattolici c’erano riformatori e conservatori agrari. Sotto il pungolo di La Malfa optò per i riformatori. Nel 1950 La Malfa andò da De Gasperi e disse: - Guarda, ci sono due posizioni, quella di noi repubblicani e quella dei liberali. I Liberali sono contrari, noi favorevoli, scegli.- La Malfa era convinto che De Gasperi avrebbe scelto i liberali. Con Sua sorpresa, De Gasperi, disse: - No, scelgo Voi e la vostra riforma. I liberali lasciarono il governo. Su quanto poi, quella riforma agraria, fosse stata utile è un altro discorso.
Era ormai anacronistica. Però il processo di riduzione del potere dei grandi proprietari fu accelerato e fu fatto un passo verso la democratizzazione dell’Italia. Insomma, De Gasperi era un conservatore capace di fare riforme per far progredire l’Italia. Altri a parole, erano riformatori, ma incapaci di modificare la situazione. Certo De Gasperi aveva il vantaggio di avere alle spalle un partito di massa che, per esempio, La Malfa non aveva. Finché visse seppe trarre vantaggio per il suo partito, ma anche per l’Italia. Stessa cosa non si può dire sull’altro versante.


28 maggio 2008 Leo VALIANI

La Costituzione della Repubblica - Parte 5

1946 UMBERTO, il re di maggio

9 maggio Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio Umberto.
2 giugno La monarchia perde il referendum popolare su “REPUBBLICA o MONARCHIA”?
12 giugno Umberto parte dall’aeroporto di Ciampino per il Portogallo e prende atto, pacificamente, della volontà della maggioranza del popolo italiano.
Gli Alleati non ebbero nulla da dire. Avevano accettato dal 1943, che fosse il popolo italiano a decidere. L’Italia uscì dal referendum, praticamente, spaccata in due per la prevalenza monarchica al sud e per la prevalenza repubblicana al nord, aggiungendo spaccatura a spaccatura.

1947 TOGLIATTI addio. Si va con l’AMERICA. I Socialisti si spaccano

3-17 gennaio De Gasperi si reca negli STATI UNITI e rassicura sulla volontà di permanere nell’area occidentale.
9-13 gennaio XXV congresso socialista a Roma. Sul problema della collaborazione col PCI, la corrente di Giuseppe SARAGAT si scinde.
20 gennaio Dimissioni del ministero DE GASPERI.
2 febbraio Costituzione del 3° ministero De Gasperi (DC-PCI-PSI).
8 febbraio TERRACINI diventa presidente dell’Assemblea Costituente.
10 febbraio A Parigi, firma del trattato di pace. L’Italia cede alla Jugoslavia l’Istria, Fiume, Zara.
Alla Grecia cede Rodi ed il Dodecanneso. Alla Francia cede Briga e Tenda.
Il territorio libero di Trieste viene diviso in zona A (anglo-americani), zona B (iugoslavi).
15 marzo L’Italia entra a far parte del Fondo Monetario Internazionale.
Si scioglie il Pd’A (Partito d’Azione).
13 maggio Dimissioni del governo De Gasperi. Escono PCI e PSI, entrano Repubblicani e Socialdemocratici.
1-7 giugno Si svolge a Firenze il 1° congresso nazionale della CGIL.
5 giugno Marshall propone un piano per la ricostruzione dell’EUROPA.
5 ottobre A Mosca nasce il COMINFORM, ufficio di informazione dei partiti comunisti.
22 dicembre Approvata la COSTITUZIONE della Repubblica Italiana.
28 dicembre Muore ad Alessandria d’Egitto. Vittorio Emanuele III.


CROCE? Ci insegnò a pensare

“Molti giovani tra il 1944 ed il 1945 si buttarono a sinistra. Era più facile passare dalla cultura del GUF (Gioventù universitaria fascista) alla cultura marxista. Chi era rimasto estraneo alla cultura del GUF, anche se ci aveva messo il naso, come capitò a me, trovò più facile il passaggio alla cultura della LIBERTA’. Dico questo con il massimo rispetto per tutti gli itinerari politico – ideologici. Per molti CROCE è stato il custode dei valori del Risorgimento. Era l’aggancio diretto con il Risorgimento e l’antitesi massima al fascismo con quel suo patriottismo che non era nazionalismo. Amo la Patria, diceva, perché amo tutte le Patrie”.

Francesco COMPAGNA

De Gasperi e Togliatti, gomito a gomito. Tempi duri! Vengono al pettine gli equivoci.

Quando le posizioni di DC e PCI si contrapposero i due protagonisti si scambiarono accenti molto violenti. Ma mentre De Gasperi manteneva sempre forme corrette, Togliatti scese, talvolta, ad espressioni volgari.

Giulio ANDREOTTI

26 maggio Ulisse

giovedì 22 maggio 2008

La Costituzione della Repubblica - Parte 4

UNITI nella guerra, DIVISI nella pace

Il cruciale 1945: difficili rapporti con gli Alleati, con Mosca e con il Vaticano.
Napoli e gli Americani. Il separatismo siciliano. La speranza del vento del Nord.
Il breve tentativo di Ferruccio PARRI.

1945 Dall’insurrezione a DE GASPERI.
9-14 Aprile Le Forze alleate iniziano l’ffensiva finale sul fronte italiano.
12 Aprile Muore il presidente degli Stati Uniti, Franklin D. Roosvelt, gli succede Harry Truman.
19 Aprile Insurrezione partigiana a BOLOGNA, occupata due giorni dopo dagli Alleati. Il CLNAI (Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia) assume poteri civili e militari.
23 Aprile A GENOVA il Corpo d'armata Germanico si arrende al CLN.
25 Aprile L'insurrezione partigiana a MILANO. Il CLNAI assume poteri civili e militari.
28 Aprile Mussolini e Claretta Petacci, catturati e giustiziati, vengono esposti a Piazzale Loreto
29 Aprile I Tedeschi firmano, a CASERTA, la resa delle truppe germaniche in Italia.
8 Giugno Dimissioni del ministro BONOMI.
20 Giugno Si forma il governo
PORRI (DC-PCI-Pd’A-PSIUP-PLI)
5 Luglio
Sciopero generale contro il carovita.
Winston Churchill viene battuto alle elezioni generali dai Laburisti.
9 Luglio Trieste, prima occupata dai Titini, diventa territorio libero.
14 Luglio L’Italia dichiara guerra al Giappone. Cominciano ad arrivare, dagli USA gli aiuti Unrra.
6 Agosto Gli Stati Uniti sganciano la bomba atomica su Hiroshima.
22 Settembre Il governo nomina i 440 membri della CONSULTA.
30 Settembre Arrestato e mandato al confino Andrea Finocchiaro Aprile capo del movimento separatista siciliano.
30 Ottobre Il governo decide la data delle elezioni per l’Assemblea Costituente e per il referendum istituzionale.
Nasce il movimento dell’Uomo qualunque del commediografo Guglielmo Giannini.
24 Novembre
Cade il governo PARRI in seguito al ritiro della fiducia da parte del PLI sull’epurazione.
10 Dicembre Alcide De Gasperi forma il suo 1° governo
(DC-PLI-PCI-Pd’A-PSIUP)
Nel frattempo NAPOLI era diventata la “49° stella dell’UNIONE”.
All’interno del governo nascono le prime guerre intestine e il Vaticano svolge un suo ruolo. Il Pontefice ci teneva a farsi considerare diverso dal sistema del CLN e diverso anche dalla DC. Togliatti vedeva la RESISTENZA come una spinta che valorizzava il PCI ed il Vaticano come una forza moderata con cui raggiungere l’accordo. Preferiva, perciò, De Gasperi a Parri. Forse non sapeva che neanche De Gasperi poteva impegnare il Vaticano.
“Togliatti mirava all’accordo col Vaticano sperando che avrebbe ripreso la tradizione neutralista, ma si illudeva. La Malfa che era un politico di grande acume capì, prima di tutti, che Togliatti non avrebbe sostenuto il governo PARRI e che sarebbe stato un alleato non sicuro anche per un governo presieduto da NENNI”. ( Leo VALLIANI)
“Un governo delle sinistre non era possibile. Ci sarebbe voluto un PCI svincolato da Mosca. Ma allora TOGLIATTI era legato al cento per cento con l’Unione Sovietica. Si è dovuto arrivare a Berlinguer per acquisire una certa autonomia. Un governo delle sinistre democratiche (PSIUP-Pd’A-PRI) avrebbe potuto passare. Ma quando LA MALFA lo propose, NENNI rifiutò”. (Leo VALLIANI)
Racconta, sempre, Leo VALLIANI, che quando PERTINI si recò da TOGLIATTI per chiedergli di lasciar stare NENNI, TOGLIATTI rispose: - E’ lui che mi cerca!

24 maggio 2008 Ulisse

mercoledì 21 maggio 2008

La Costituzione della Repubblica - Parte 3

I padri della REPUBBLICA: Contro la LORO guerra
la NOSTRA RESISTENZA

Gli anni 40-45 furono, per il nostro Paese, anni veramente duri. L’entrata in guerra nel 1940, il disfacimento del fascismo nel 1943, la fuga del re e del governo, il ritorno di Togliatti da Mosca, la guerra civile al Nord con le atrocità nazifasciste, i grandi scioperi operai ……
I fatti storici, estremamente complessi vengono sempre descritti da angolazioni diverse. Normalmente vengono descritti dai vincitori. Ma, in questo caso, vinti e vincitori sono più di uno, a seconda degli aspetti che si prendono in considerazione. FORZA e RAGIONE, raramente coincidono. Quando si riuscirà a far coincidere FORZA e RAGIONE vorrà dire che avremo raggiunto il massimo traguardo.
La ricerca che viene presentata, attinge a fonti LIBERALDEMOCRATICHE, LIBERALSOCIALISTE, REPUBBLICANE. Vincitrici sulla dittatura in modo netto, lo furono di meno nella stesura della COSTITUZIONE e nella pratica politica successiva.
I partiti di massa fecero prevalere aspetti che, oggi, sembra capirsi, vadono superati.

GLI ANNI PIU’LUNGHI

1940
10 Giugno l’ITALIA entra in guerra contro Gran Bretagna e Francia.
13 Settembre comincia l’offensiva in Africa.
27 Settembre a Berlino, Germania Giappone e Italia firmano il patto d’acciaio.
28 Ottobre l’Italia invade la Grecia

1941
19 Gennaio Amedeo di Savoia si arrende ai Britannici all’Amba Alagi.
22 Giugno I Tedeschi attaccano l’URSS.
7 Dicembre attacco giapponese a Pearl Harbor.
8 Dicembre gli USA dichiarano guerra al Giappone.
11 Dicembre Germania ed Italia dichiarano guerra agli USA.

1942
28 Luglio in Italia si costituisce il P.d.A. (Partito d’Azione).
30 Novembre Comunisti, socialisti e democratici formano a Torino il Comitato per il fronte.
11 Dicembre comincia la ritirata del corpo di spedizione italiano in Russia.

1943
23 Gennaio gli Italiani abbandonano Tripoli.
31 Gennaio i Tedeschi si arrendono a Stalingrado.
5 Marzo sciopero alla FIAT. Le agitazioni si estendono.
10 Luglio gli anglo-americani sbarcano in Sicilia.
25 Luglio il gran Consiglio del Fascismo vota la sfiducia a Mussolini che viene arrestato.
Badoglio forma il nuovo governo.
13 Agosto Roma viene proclamata “città aperta”
3 Settembre a Cassibile (Siracusa) Italia ed Alleati firmano l’armistizio. Gli Alleati sbarcano in Calabria.
8 Settembre Badoglio annuncia agli Italiani l’armistizio. Il re ed il governo si rifugiano a Brindisi.
Gli Alleati sbarcano a Salerno.
I partiti antifascisti costituiscono il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN)
10 Settembre le truppe tedesche occupano Roma.
12 Settembre paracadutisti tedeschi liberano Mussolini e lo portano in Germania.
13 Settembre il governo reale dichiara guerra alla Germania.
18 Settembre da radio Monaco, Mussolini annuncia la fondazione della Repubblica sociale Italiana (RSI).
25-28 Settembre Napoli, dopo 4 giornate di lotta viene liberata dall’occupazione tedesca.
30 Settembre Ferruccio PARRI assume il comando del CNL per l’Alta Italia (CLNAI).
1944
5 Gennaio gli Alleati lanciano l’offensiva su Cassino.
8-10 Gennaio processo di Verona contro 19 generarchi fascisti.
22 Gennaio sbarco alleato ad Anzio.
4 Giugno le truppe alleate entrano in ROMA.
5 Giugno il re nomina il figlio Umberto “luogotenente”.
6 Giugno sbarco alleato in NORMANDIA.
9 Giugno Bonomi, capo del CNL centrale è incaricato di formare il nuovo governo.
Le forze partigiane si unificano nel CVL (corpo volontari per la libertà)
15 Agosto sbarco alleato a Cannes, Tolone (FRANCIA). Molte divisioni vengono sottratte al fronte in Italia.
Autunno si ferma l’offensiva alleata contro la linea gotica ed iniziano le stragi nelle zone occupate dai Tedeschi.


22 maggio 2008 Ulisse

La Costituzione della Repubblica - Parte 2

Il RISORGIMENTO non è finito nel 1918
Si è concluso col 1° gennaio 1948, con la COSTITUZIONE della R.I
.

Il Risorgimento si può considerare concluso col raggiungimento della liberazione del territorio nazionale e con l’accordo di tutte le culture su una CARTA che riconosce, nella REPUBBLICA, lo strumento che difende la pari dignità di tutte le culture che perseguano GIUSTIZIA e LIBERTA’ per tutti i Cittadini, senza nessun privilegio.
Gli ideali del 1849 di Giustizia e Libertà, ebbero pieno riconoscimento.
In questo spirito ci appare doveroso ricordare, in vista del prossimo 2 Giugno, i sessanta anni della COSTITUZIONE della R.I. con le parole del Presidente della Commissione costituzionale Meuccio RUINI che ebbe a dire: “Con questa Carta, ci vogliono idealmente ricongiungere alla Costituzione della Repubblica romana di cento anni fa”.

La firma della Costituzione italiana
La costituzione italiana fu approvata il 22 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948.

Nella foto, il Presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini firma il documento davanti al Presidente della Repubblica Enrico de Nicola

E Piero CALAMANDREI, è bene ricordare che aveva definito la nuova COSTITUZIONE come “un compromesso tra la rivoluzione mancata e la rivoluzione promessa”. C’era stato uno sforzo massimo, dopo tanta violenza, di ricorso alla RAGIONE per guadagnare una civile convivenza. Oggi si sentono esigenze di aggiornamento. Le situazioni si sono modificate. Gli ordinamenti pubblici possono essere aggiornati.
Quello che non dovrebbe essere modificato è lo spirito di ricerca, ASSIEME, per darci regole più adeguate.
“RITOCCARE MA NON DIROCCARE”

20 maggio 2008 Ulisse

La Costituzione della Repubblica - Parte 1

LA COSTITUZIONE della REPUBBLICA
italiana e le sue radici
1948 – 2008 (sessant’anni)

I sessant’anni della Repubblica italiana sono un’occasione di festa. Dovrebbero essere anche un’occasione per conoscere meglio i precedenti, i principi per realizzarne gli obiettivi di pace di civile convivenza e di progresso sociale. E’ noto che in Italia la REPUBBLICA sia figlia della RESISTENZA. La resistenza alla dittatura fascista fu il momento unificante delle diverse culture politiche che si trovarono alleate nella lotta di liberazione.
Culture politiche come quella comunista, come quella azionista, come quella socialista, come quella repubblicana, come quella popolare ….. durante la rivolta ebbero talvolta, difficoltà di convivenza e ben presto si separarono, con contrasti che il contesto internazionale della guerra fredda esacerbò e rese, spesso, laceranti.
Ma prima che ciò avvenisse, ci fu il fatto eccezionale di un comune sentire di fronte alle forme dello STATO ed ai grandi temi dei DIRITTI e dei DOVERI dei Cittadini, da cui presero la vita la REPUBBLICA (2 giugno 1946) e la COSTITUZIONE (1 gennaio 1948).
Si seppe unire diversi ideali e diverse culture, in concorde lotta di popolo, per conquistare all’ITALIA la LIBERTA’. Resta difficile, a questo punto, non cogliere l’occasione per ritornare alle radici di questa Magna Carta. Resta difficile non rivolgere un deferente pensiero a Giuseppe MAZZINI che fu il principale artefice della COSTITUZIONE della REPUBBLICA romana del 1849, che era nata cento anni prima con l’intento di costruire, diffondere e consolidare una coscienza civile nel popolo italiano.
Non è mai sufficiente ricordare che il Risorgimento non fu solo una spinta per liberare il territorio nazionale dallo straniero. Fu anche e soprattutto il tentativo degli italiani di liberare se stessi dalla propria ignoranza e dalla propria indifferenza. Fu il tentativo di darsi una PATRIA, una terra dei padri, uno STATO da riconoscere il suffragio universale di uomini e di donne, una libertà di pensiero, una libertà di religione, una libertà di associazione, l’abolizione di ogni tribunale speciale e della censura preventiva, l’abolizione della pena di morte. Tutti questi obiettivi, presenti nella Costituzione romana, li ritroviamo, pari pari, cento anni dopo, nella nostra COSTITUZIONE che oggi compie 60 anni. Possiamo tranquillamente affermare che la COSTITUZIONE della REPUBBLICA italiana sia figlia del Risorgimento e della Resistenza.



18 maggio 2008

Ulisse
( l’uomo che ricerca )

martedì 6 maggio 2008

1° MAGGIO - 2008

Lettera aperta ai cittadini della zona Apuo – Lunense….
IL FOGLIETTO
Organo d’informazione de I DEMOCRATICI (1996)


Stanno venendo al pettine una serie di nodi.


Sono caduti molti TABU’. La gente non votava ed ora sta votando senza guardare più alle ideologie. A Roma, in Comune vota Alemanno, in provincia vota Zingaretti. A Vicenza, nel cuore della Lega, vota il sindaco Democratico che sta vicino alla gente. Destra e Sinistra non sono più punti fermi. Il punto fermo è la credibilità degli uomini politici. La gente non accetta più menzogne. Era ora! Quelli che hanno detto che tutto andava bene, quando niente andava bene, devono tremare. Questa classe dirigente deve cedere il passo.
Gli ex D.S. non hanno ancora imparato a riconoscere la LIBERTA’, la LIBERTA’ di pensiero e di parola. Gli ex Margheriti riconoscevano la LIBERTA’ ma non mantenevano i patti. Il P.D. deve darsi un’identità precisa. Ha dei VALORI? Difende quei VALORI? Se non fa presto non potrà procedere con risultati.
A destra si marcia a tappe forzate. La gente non accetta più parole vuote e starà a vedere se le promesse saranno rispettate. Sta tornando il buon senso. Di sicuro anche questa volta, gli Italiani riusciranno a superare la crisi. Occorre però, tenacia e serietà.

Orwell, Hicthens e Croce

Ha fatto bene il Corriere a dedicare l’apertura della cultura (27 aprile) a “La vittoria di Orwell” in cui Christopher Hitchens rilancia l’indimenticabile capolavoro “1984”sul totalitarismo. Pierluigi Battista ricorda l’ostinazione con cui politici ed intellettuali italiani, Enrico Berlinguer, Italo Calvino… disconobbero, anche dopo anni dalla pubblicazione, il significato di “1984” come solenne atto di accusa all’Unione Sovietica.
Vorrei segnalare che l’8 ottobre 1949 il Mondo pubblicò, a piena prima pagina, la recensione ad Orwell di Benedetto Croce con il titolo “La città del Dio ateo”, accompagnata da una gigantesca fotografia di Stalin che sovrastava il congresso dei partigiani della pace.
In quel lungo intervento il filosofo liberale non aveva dubbi sull’identificazione orwelliana fra lo stato totalitario e l’Unione Sovietica: “Il nuovo stato che il romanziere inglese Gerorge Orwell immagina trionfante in tutto il mondo, nel 1984, è perfettamente consapevole che il potere non è mezzo per un fine, ma è un fine per se stesso e che non si stabilisce una dittatura per garantire una rivoluzione, ma si fa una rivoluzione per stabilire una dittatura. In questo vuoto di ogni ideale, ideale diventa il potere per se stesso. L’ateismo si costruisce un Dio ateo”.
Oltre ai grandi antitotalitari europei, occorrerebbe rendere giustizia anche agli antitotalitari italiani.
Corriere della Sera 27 aprile 2008 Massimo Teodori, m.teodori@mclink.it

Non abbiamo mai smesso di guardare con simpatia ai nostri antitotalitari.
De Gasperi – Einaudi - La Malfa – Saragat – Pertini – Visentini – Spadolini…. sono sempre stati nostri modelli. Abbiamo resistito e stiamo resistendo perché crediamo nella GIUSTIZIA e nella LIBERTA’. Libertà di pensiero, libertà di azione, impegno per il proprio Paese, efficienza, efficacia nei servizi, costi bassi nei servizi, tasse pagate da tutti.
Siamo con i Cittadini… Buon 1° MAGGIO.
30 APRILE 2008 Ulisse
http://ortonovodemocratici.blogspot.com