lunedì 30 marzo 2009

LUNEDI' 3O MARZO 2009 -CONSIGLIO COMUNALE

QUESTA SERA ALLE ORE 21 , CONSIGLIO COMUNALE SUL BILANCIO PREVENTIVO 2009.

COSE GROSSE???

Bipartitismo o Bipolarismo
Bipolarismo o Tripolarismo?

Chiese e Padroni....

ma la DEMOCRAZIA pretende partecipazione, non gerarchie!!!!

E voi, cittadini, non siete ancora stanchi di stare solo a guardare!!!

Ulisse

venerdì 20 marzo 2009

Ricordando UGO LA MALFA

Ai Cittadini, alle ISTITUZIONI, alle Forze Politiche e Sociali della Zona Apuo-Lunense
Il Foglietto
Organo di Informazione del Circolo “Democrazia Partecipata”

26 Marzo 1979, trent’ anni fa
UGO LA MALFA
cessava di occuparsi della POLITICA



La pausa, fra il sabato 24 ed il lunedì 26 Marzo, fu seguita, con continuità e con evidente apprensione, dal Presidente della Repubblica, Sandro PERTINI. Si era trasferito nella clinica dove LA MALFA concluse la Sua esistenza.
I suoi funerali furono civili e di stato, con partecipazione di popolo. Partirono pullmans anche dal nostro territorio. Furono trasmessi in diretta televisiva, prima in piazza Santi Apostoli, dove si erano concentrati i militanti del suo “piccolo partito di massa”,e dove era presente anche l’onorevole Randolfo PACCIARDI, poi celebrati in piazza Monte Citorio da Leo VALLIANI, l’amico del Partito d’ Azione.
Una cerimonia, davanti alla CAMERA, dove Ugo LA MALFA veniva percepito come uomo dell’Assemblea più rappresentativa, perchè, come disse l’oratore ufficiale “...........questo laico solitario, a contrasto con le fumoserie delle formule ideologiche, aveva tentato di innestare sui tronconi delle diverse culture di massa, gli aspetti della sinistra democratica occidentale. Per Lui, il Parlamento era il cuore dell’agorà, della DEMOCRAZIA, il luogo dove ha cercato di salvaguardare la qualità della difficile democrazia italiana ed il suo consolidamento.”
LA MALFA come la cultura di sua appartenenza, privilegiava le istituzioni agli strumenti partitici, sindacali .......... “Quando arrivano le difficoltà vere, sono istituzioni forti che salvano i cittadini dai poteri forti”.
La centralità democristiana, la questione comunista e quella socialista gli apparivano aspetti parziali di un medesimo problema, ancora irrisolto oggi e cioè il passaggio della vita pubblica etica, dal religioso al civile.
Come per MAZZINI, anche per Lui, la vita politica era vissuta come una religione.
Come riferisce Eugenio SCALFARI nel suo volume del 2008, non sapeva andare oltre il 5% dei consensi. “Glielo dissi. Ma a me non importa – rispose Ugo LA MALFA – far aumentare i voti al mio partito. Io voglio che i Comunisti diventino democratici, la destra italiana diventi democratica, il capitalismo diventi democratico. A quel punto potrò morire in pace”.
Era un democratico integrale. Come stanno riferendo sempre più coloro che scrivono di Lui, LA MALFA era la REPUBBLICA. Aspiriamo, come è normale, ad avere una democrazia evoluta e veramente partecipata. Non saremmo sinceri se non dicessimo che oggi siamo sempre più amareggiati. Però la strada che è stata tracciata viene, ancora oggi percorsa da uomini che sperano, come faceva Lui, di raggiungere, un giorno, la meta.
L’importante era perseverare, non cercare scorciatoie che magari danno qualche soddisfazione personale, ma che finiscono per compromettere il progetto di grande profilo, l’obiettivo di una società civile, veramente consapevole.
Si è trovato ad operare dove l’inadeguatezza o l’impossibilità di operare dei partiti di massa finivano per bloccare la situazione e per elidersi a vicenda, facendosi trascinare da rivoli di interessi particolari o da interventi esterni.
Ai problemi di politica redistributiva dei redditi si giustapponevano quelli di politica ideologica e quelli di politica estera. Ai problemi di natura sindacale si aggiungevano quelli di natura politica ed a quelli di natura sindacale ed economica si sommavano quelli di politica estera.
LA MALFA, come MAZZINI prima, si è trovato a capire che i problemi di CAPITALE e LAVORO potevano essere risolti col metodo della DEMOCRAZIA consensuale, col metodo riformatore progressista e non con quello massimalista o rivoluzionario. Sposò sempre il primo corno del dilemma metodologico e, per gli aspetti economici, si trovò di fronte due sinistre, quella socialista e quella comunista. Se la sinistra socialista, in prevalenza, era sensibile ai metodi riformatori, si trovava sempre sensibile al massimalismo ed, in politica estera, all’alleanza col PCI.
Così, quanto il PCI poteva apparire sensibile ad una politica gradualistica, in campo economico, in politica estera, manteneva uno stretto legame con MOSCA che poteva tollerare un’ITALIA neutralista ma non Europea e tantomeno Atlantica. Era una situazione veramente difficile, dalla quale non si ci poteva distrarre perchè quelle organizzazioni riuscivano a tenere il consenso bloccato sulle Loro posizioni.
Sul versante cattolico, poi, esisteva il problema della LIBERTA’ ma di una LIBERTA’ che ti pone i problemi ancora irrisolti dei rapporti aperti fra cultura cristiana cattolica e cultura cristiana protestante, fra cultura cristiana e cultura ebraica, buddista, musulmana, atea......... fra VATICANO e mondo ANGLOSASSONE.
Sono problemi che LA MALFA tentò di smussare con una politica del confronto continuo, della proposta, dell’assunzione di responsabilità, che è poi la strada indicata nella nostra CARTA COSTITUZIONALE e che è stata voluta soprattutto, più che dalle cultura di massa, dalla cultura LIBERAL DEMOCRATICA.
E’ un metodo che era stato, in allora, accettato da tutti ma che nella quotidianità ,i numerosi interessi di natura particolare finiscono per considerare spesso superfluo. LA MALFA oltre ad aver scelto sempre l’interesse del PAESE seppe portare avanti il concetto di responsabilità, in politica.
Le sue battaglie furono sempre battaglie portate avanti da minoranza che cercava di coinvolgere le maggioranze con argomentazioni logiche e concrete più che col numero. I suoi tentativi erano incoraggiati dalla constatazione che la forza del numero si trasformava spesso in immobilismo o polemica solo verbale.
Al di là delle idee, frutto di conoscenza e di disinteresse, c’era la forte passione, la forza della partecipazione che offriva che cercava.............. della tensione morale con cui le viveva. Non a caso sempre più, nei ricercatori, negli studiosi del Suo pensiero e della Sua azione, sta crescendo il giudizio che LA MALFA non era uomo di partito era la REPUBBLICA.
Le idee e la tensione che suscitava, rappresentarono la base del suo fascino su uomini come gli AMENDOLA, MATTIOLI ........... sui giovani, sugli intellettuali, su giornalisti e persino su rivali politici.
Il suo pensiero e la sua azione risultano più che mai attuali. Malgrado il tempo passato ed i profondi mutamenti intervenuti, gran parte dei concetti e dei percorsi indicati sono dinanzi a noi che siamo ancora costretti ad osservare, a riflettere, a studiare ........... per porli all’attenzione di un concerto che sembra sempre più disorientato, sfiduciato e non gradevole.
In una maggioranza di conservatori riuscì a far passare la LIBERALIZZAZIONE degli SCAMBI.
In una maggioranza di centrosinistra non riuscì a far passare la POLITICA dei REDDITI, la riforma TRIBUTARIA.
In alternativa alla politica del PCI, legato a MOSCA, fu fermo sulla politica europea ed atlantica.
Dopo il 30° Congresso del PRI, a Milano, fu ricevuto con tutti gli onori, in CINA.
Incoraggiò la politica eurocomunista BERLINGUER
Cercò con MORO di favorire il processo di autonomia del Partito Comunista per rafforzare la democrazia.
Il suo nome è legato all’introduzione ferma dello SME, in Europa.
E quando Sandro PERTINI, il 2 Febbraio 1979, gli affidò l’incarico di formare il nuovo governo non trovò pronti nè PCI nè PSI per dare il loro consenso.

I lettori devono comprendere lo sforzo di sintesi per ricordare, a trent’anni dalla sua morte, da parte nostra, in modo artigianale uno statista che il mondo ufficiale dimostra ancora di non saper o voler valorizzare ma che siamo sicuri sia destinato a ritornare, volenti o nolenti punto di riferimento per affrontare i complessi problemi che ci dividono da una normale convivenza civile fra uomini emancipati e consapevoli della loro dignità.
Non si conosce ancora una forma più avanzata e soddisfacente della democrazia consapevole. Siamo fiduciosi che gli uomini di buona volontà sappiano innescare un’impennata di dignità.





Valdimagra 21 Marzo 2009 Mario Battiglia

http://ortonovodemocratici.blogspot.com