martedì 4 settembre 2007

Mazzini, riflessioni su un teorico della democrazia in Europa ( 1° di 5)

Lettera aperta ai giovani, alle scuole, agli enti, alle istituzioni, ai cittadini di La Spezia – Val di Magra
IL FOGLIETTO
Organo d’informazione de I DEMOCRATICI

UN teorico della DEMOCRAZIA, in EUROPA 1/5

Che cosa si intende per DEMOCRAZIA? Si dà per scontato che si conosca tutto della DEMOCRAZIA. La pratica quotidiana ci dice che non è così. La versione ufficiale dice che per DEMOCRAZIA si intende quella realtà dove il popolo, i cittadini devono e possono esercitare il controllo sulle Autorità e dove le Autorità sono ben liete di risolvere i problemi assieme ed in modo appropriato. I dirigenti non devono essere lasciati soli ad affrontare i problemi. I veri dirigenti politici, tecnici ed amministrativi ascoltano, chiedono, coinvolgono tutti gli interessati. La DEMOCRAZIA deve essere partecipata. Sembra di constatare che siamo ancora molto lontani da questo metodo che Mazzini cercò di divulgare oltre 150 anni fa. Mazzini, come tanti grandi, fu istintivamente amato dal popolo ma metodicamente emarginato dai potenti. Voleva la DEMOCRAZIA, ragionando, senza odio, senza violenza. Chi vuole il potere solo per ambizione, non vuole ragionare, non vuole critiche, nasconde gli errori, complotta con gli altri poteri.
Un recente lavoro di Salvo Mastellone arricchisce l’immagine di G. Mazzini, tradizionalmente visto come sfortunato patriota italiano. Mazzini viene, invece, collocato fra i maggiori teorici della DEMOCRAZIA ottocentesca, vista come progetto per una nuova EUROPA libera, pacifica e solidale. I fautori del primo dibattito di portata Europea su quel tema percepiscono Mazzini in tale dimensione e non come cospiratore per battaglie nazionali. A Novembre del 1831, a Marsiglia, scrive la circolare sui principi politici e morali della “Giovine Italia” dove espone l’essenza del Suo pensiero politico. L’uomo per raggiungere lo sviluppo pieno di tutte le sue potenzialità lo deve fare associandosi e la “Giovine Italia” e poi la “Giovine Europa” (Svizzera 1834) riconoscono l’Associazione universale dei Popoli come l’obbiettivo di tutti gli uomini liberi. Solo la Repubblica, senza privilegi, può assicurare a tutti gli uomini di essere liberi, uguali e fratelli.
Comincia a parlare di DEMOCRAZIA anche se, dice, bisognerebbe cominciare a parlare di Governo Sociale perché la Democrazia era ispirata da un pensiero di ribellione verso i poteri forti. Rifugiatosi a Londra nel 1837, pur mantenendo i principi ispirati alla G. I ed alla G. E. si trova ad operare in un ambiente socialmente e politicamente più avanzato, più evoluto... A Londra, Mazzini non è più il rivoluzionario che deve vivere nascosto, ricercato e perseguitato. E’ un libero cittadino che può pubblicare articoli, fondare un’ “UNION” di operai italiani, simile alle numerose UNIONS inglesi, fondare una scuola per bambini italiani, essere in familiarità con illustri letterati, filosofi…. come DICKENS, CARLYLE, STUART MILL. Passa progressivamente dalle tematiche repubblicane, più inclini all’antagonismo con gli autoritarismi vari, alle tematiche Democratiche più inclini alla convivenza dei diversi. Il suo progetto politico, nel tempo, si consolida come Democratico per migliorare le condizioni di tutte le classi, in tutti i paesi. Nel 1835 TOCQUEVILLE aveva scritto della Democrazia in AMERICA. Dall’agosto 1846 al giugno 1847, a Londra, sul People ‘s Journal gli furono pubblicati 8 articoli col titolo di Pensieri sulla Democrazia in EUROPA. Esprimevano l’intenzione di stendere il MANIFESTO del partito Democratico per le nazioni Europee. Un MANIFESTO che sperava potesse essere discusso ed approvato in un congresso teso a costruire un “centro comune”, una specie di Comitato centrale internazionale di natura diversa da quella propugnata da Engels e Marx (1845) di natura classista e più antagonista. Nei prossimi quattro numeri (2/5 – 3/5 – 4/5 – 5/5) daremo la sintesi dei vari articoli.

27 Agosto 2007 Ulisse

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